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RIFORMA DELL’IVA PER LE ATTIVITÀ ISTITUZIONALI DEGLI ENTI SPORTIVI DILETTANTISTICI

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CONTENUTO IN Sport-Update – Newsletter n. 19/21 – 4/12/2021

Ancora una volta con l’approssimarsi della fine dell’anno il legislatore prova a introdurre una importante riforma fiscale da applicare agli enti sportivi dilettantistici. Si tratta dell’attrazione al campo di applicazione dell’IVA delle operazioni correlate allo svolgimento dell’attività istituzionale quando queste vengono remunerate attraverso corrispettivi specifici. In termini meno tecnici la riforma prevede che le somme incassate per i corsi sportivi svolti debbano essere rilevanti ai fini dell’IVA con i conseguenti obblighi di tipo amministrativo. Questa riforma, pur non comportando immediatamente un aggravio di spesa per i soggetti che svolgono i corsi in quanto le operazioni sarebbero esenti dall’IVA (non verrebbe quindi incrementato il costo per i tesserati che svolgono attività sportiva), potrebbero tuttavia comportare un incremento degli oneri degli enti sportivi dilettantistici in termini di costi amministrativi e, con riferimento a chi utilizza il regime fiscale ordinario, anche in termini di maggiore imposta da versare.

In sintesi le conseguenze negative per gli enti sportivi dilettantistici che conseguirebbero all’introduzione di questa nuova normativa sarebbero le seguenti:

  • Obbligo di aprire la partita IVA per tutte le associazioni sportive dilettantistiche che svolgono corsi sportivi incassando dai tesserati corrispettivi ulteriori oltre alle quote associative;
  • Necessità di adeguare il proprio sistema contabile e amministrativo agli obblighi di fatturazione, registrazione, liquidazione dell’imposta e compilazione dei registri IVA;
  • Rischio di dover versare una somma maggiore di IVA qualora si adotti il regime ordinario e non quello agevolato di cui alla legge n.398/1991;
  • Rischio di contestazioni sulla effettiva possibilità di operare in esenzione di imposta (quindi senza incrementare il costo per chi partecipa ai corsi sportivi) nel caso sussistano dubbi sul fatto che i corsi svolti possano distorcere la concorrenza (es. rispetto a palestre che svolgono le medesime attività come società commerciali).

Come già in passato, la consapevolezza della gravità che una disposizione di questo genere avrebbe sull’equilibrio degli enti sportivi ha generato una reazione che potrebbe portare già con l’approvazione della legge di bilancio per il 2022 oramai imminente (va approvata entro la fine dell’anno) una immediata abolizione di questa nuova disposizione. Va tuttavia segnalato che questa disposizione di legge è stata approvata in forma definitiva il 15 dicembre scorso dalla Camera dei Deputati e che si è in attesa della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Pertanto è opportuno chiedersi come bisognerà comportarsi nel periodo che intercorrerà tra l’entrata in vigore della nuova legge e la sua eventuale abrogazione con la legge di bilancio.

Per un primo approfondimento delle possibili conseguenze di questa riforma vi rimandiamo a un commento che risale all’anno scorso al momento del primo tentativo di introdurre queste disposizioni e che risulta ancora attuale dal momento che la norma che sta per entrare in vigore ricalca integralmente quella che era stata inserita nella legge di bilancio del 2021 e poi ne era stata espunta prima dell’approvazione: https://www.studiofabiozucconi.it/in-arrivo-la-riforma-delliva-per-i-corsi-svolti-da-associazioni-e-societa-sportive-dilettantistiche/

Ci riserviamo ovviamente nuovi commenti in funzione dell’evoluzione della situazione a seconda che le disposizioni entrino effettivamente in vigore o meno.

Parma, 19 dicembre 2021

Dr. Fabio Zucconi